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  • Pescatori 2.0: la maricoltura innovativa come modello di business per le nuove generazioni

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13 Dic

Pescatori 2.0: la maricoltura innovativa come modello di business per le nuove generazioni

  • Curato da Redazione
  • In Blog, News, Storie

Il litorale ionico è spesso assunto nell’immaginario collettivo come una fascia costiera unicamente votata al turismo e la cui economia è strettamente legata all’offerta stagionale ed estiva di qualità. Se questo è vero lo è in parte poiché, storicamente, le comunità affacciate sul mare hanno da sempre praticato attività di pesca e l’economia ittica ha giocato un imprescindibile ruolo socioeconomico. Questo simbiotico rapporto tra comunità locali e mare, sotto la spinta propulsiva delle nuove generazioni più sensibili ed attente all’utilizzo di nuove tecnologie e altamente formate, ha permesso la nascita di nuove realtà imprenditoriali come la Aprimar di Corigliano.

La Aprimar è l’emblema della sintesi perfetta del territorio e della cultura di quest’ultimo, del refresh generazionale e della propensione alle innovazioni tecnologiche e di una nuova visione di business ittico. Infatti Arturo Bianco, titolare dell’azienda e biologo, forte della tradizione famigliare di pescatori artigianali  e di una formazione ed esperienza nel campo scientifico è riuscito a porre in essere un modello economico-aziendale innovativo, in grado di ottenere il massimo dalle condizioni ambientali  e capace di soddisfare la sempre più crescente esigenza di tracciabilità e qualità: la maricoltura biologica di spigole ed orate di mare. 

L’efficenza di questa coltura risiede nell’implementazione di un dispositivo che di fatto è una gabbia ad immersione/emersione progettata proprio da Arturo, i cui componenti sono stati prodotti in Russia e distribuiti e trasportati in Italia in ben otto autotreni . Questa gabbia, alta 26 metri e larga 22, sviluppa un volume di circa 5000 metri cubi in grado di ospitare 120 tonnellate di pesce.  Trattandosi di una gabbia ad immersione controllata è possibile mantenere costantemente il pesce nelle migliori condizioni ambientali possibili. Il controllo del dispositivo, attraverso un sistema di idropompe permette di rispondere tempestivamente alle sempre più imprevedibili condizioni climatiche a dispetto delle acquacolture ordinarie, certamente più statiche ed esposte ai cambiamenti di temperature.

Come è organizzato il modello di business e quali processi lo identificano?
Lo raccontiamo attraverso la giornata tipo di Arturo. Noi del FLAG c’eravamo. 

Abbiamo incontrato Arturo lungo una banchina del porto di Corigliano. Un cielo limpido e fresco che si chiudeva in un abbraccio metaforico tra i moli. Qualche cortese saluto e siamo salpati verso il largo con il peschereccio “Salvatore Primo“. Il motore, quando romba tra le calate del porto, si mischia confusamente ai rumori di terra per poi aprirsi nella silenziosa vastità del blu dove il confine incontra il cielo.

Verso il mare aperto

Arturo conosce bene il mare, per sangue ed esperienza, e lo vediamo chiudersi in uno sguardo serioso – mai preoccupato – quando la barca, a qualche miglio dalla costa e prossima ad una gialla boa di segnalazione luminosa, si ferma.

Boa di segnalazione

In alto mare, l’aria è fresca, i rumori sono più profondi ed il silenzio è talmente intenso che sembra fatto apposta per far spazio al racconto di Arturo mentre traffica sulla barca: “Qui il fondale è profondo circa 50 metri. All’interno di quest’area, risparmiata dall’inquinamento degli scarichi abusivi, la gabbia non è stata situata in maniera casuale: dovendo cercare di ricreare un ambiente il più possibile ottimale alla vita degli animali, la dislocazione della struttura è stata studiata nei minimi dettagli, per garantire sia la crescita dei pesci, sia la tutela del territorio circostante. Così i pesci possono godere di una specifica corrente tiepida e si alimentano in un braccio di mare particolarmente pulito. La presenza della gabbia inoltre interrompe le abituali rotte dei pescherecci che svolgono la pesca “a strascico”, bloccando l’impoverimento dei fondali e favorendone il notevole ripopolamento”. 

Raggiunta la gabbia, attraverso un sistema di immersione/emersione che ricorda quello di un sommergibile, questa viene lentamente portata a galla ed Arturo, aiutato da Francesco, un fidato tecnico sommozzatore specializzato – pluribrevettato poiché questa attività prevede un percorso formativo lungo e specifico – che da anni affianca Arturo nella sua attività, effettua un certosino controllo dell’intero apparato anche attraverso l’utilizzo di telecamere ad alta definizione che permettono un approfondito e selettivo controllo delle condizioni di salute dei pesci. Mentre Francesco supervisiona sott’acqua lo stato delle reti, Arturo procede con le consuete attività di alimentazione del banco somministrando il mangime attraverso delle condutture realizzate – come Arturo ci tiene a sottolineare – in materiale certificato per l’uso alimentare.

Gabbia in emersione
Mangime biologico
Pesca campione di un esemplare
Preparazione del mastello

Se il modello delle colture ittiche in passato ha rappresentato solo un’alternativa alla pesca, oggi il modello Aprimar, unico nel suo genere, rappresenta una necessità in grado di realizzare una vera e propria produzione controllata di organismi acquatici in ambienti confinati e idonei al loro accrescimento. Un modello produttivo che il Flag Coast to Coast riconosce altamente valido e da inquadrare nella più ampia visione della Strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva di tutta la fascia ionica secondo gli obiettivi europei  del PO FEAMP per favorire la gestione sostenibile delle attività di pesca e di acquacoltura, incentivando al contempo la competitività e la relativa capacità di generare sviluppo, occupazione e coesione territoriale.

Uno scorcio pittoresco del mare di Corigliano

 

Volendo sintetizzare l’attività di Arturo, mai come in questo caso, la parola idonea sarebbe Qualità. In questa parola non vi è solo espresso al massimo il concetto di gusto ma brillano i valori di eco-sostenibilità, ricerca, efficienza, ottimizzazione dei processi, rispetto del lavoro e passione. Tutto questo è nella sostanza del pesce. Ed è questa la qualità che dovremmo pretendere di trovare sulle nostre tavole.

 

Riferimenti utili:

 

 

 

Aprimar srl
Z.I. DI Schiavonea
87060 – Corigliano Calabro (CS)

web: www.aprimar.it
e-mail: arturo.bianco @ aprimar.it
tel.: +39. 0983. 851262

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